La rigenerazione dello spazio urbano attraverso la partecipazione dei cittadini e dei giovani nelle politiche per la sicurezza urbana a Roma
di: Toni Antolini, Morena Casalin, Laura Moretti, Ortensia Perri, Viviana Petrucci – “Rete per la partecipazione”
La “Rete per la partecipazione” della città di Roma è un network formato nel 2009 da operatori sociali, educatori, mediatori sociali, che, sulla scorta delle esperienze di partecipazione nate negli ultimi 15 anni nella capitale (progetti di mediazione sociale, bilancio partecipato, esperienze di lavoro comunitario, ecc.) hanno inteso aprire uno scambio e un confronto sulle pratiche di lavoro sociale di tipo partecipativo. Tale dibattito, trasversale ad operatori appartenenti a differenti associazioni e cooperative, intende porre le basi metodologiche e concettuali per nuove progettualità che ogni partecipante alla rete può liberamente applicare nel proprio ambito operativo. Da questo livello di dibattito sono nati gli spunti che hanno portato alla nascita di due progetti sperimentali nell’ambito dei finanziamenti previsti dalla Legge Regionale 15 del 2001 sulla sicurezza urbana.
I municipi in cui sono stati sperimentati tali percorsi sono stati il Municipio V con il “Progetto Piazzando: mediazione sociale e lavoro di comunità” ed il Municipio IX con il “Progetto Spazio Prossimo”. Entrambi i progetti hanno voluto affermare un diverso concetto di sicurezza urbana che si fonda su processi di cambiamento della percezione della sicurezza dei cittadini. Secondo questa visione, il cambiamento del senso di sicurezza è un processo di costruzione sociale basato sul miglioramento della qualità delle relazioni che gli abitanti di un quartiere hanno tra di loro, con il proprio ambiente di vita, con le Istituzioni di prossimità (Enti Locali, scuola., ecc) ed è molto influenzata da fattori quali la fruibilità di beni e servizi, dalla possibilità del convivere secondo regole condivise e di partecipare alle scelte, dalla sostenibilità dell’ambiente urbano e dello spazio pubblico inteso come bene comune. Tutti aspetti che concorrono a determinare la qualità della vita e l’accessibilità dei diritti di cittadinanza. In questo quadro si può ben parlare di un’”altra sicurezza”, intesa come il sentirsi sicuri e a proprio agio all’interno del proprio contesto di vita.
Nel Municipio V, in particolare nel quartiere di Pietralata, il Progetto Piazzando ha sperimentato la riqualificazione partecipata di piccole porzioni di territorio. Attraverso il percorso denominato “Pietralata Piantala”, gli operatori hanno invitato i cittadini a segnalare le aree da riqualificare, hanno incontrato le persone, hanno costruito insieme a loro delle azioni dirette di riqualificazione ambientale piantando piante, fiori e alberelli nelle aree verdi degradate, nelle aiuole, cortili delle scuole e dei lotti delle case popolari: luoghi “sotto casa” che vengono successivamente curati dai partecipanti, dai giovani, dalle scolaresche. Tali azioni, insieme ad altre che hanno messo al centro della discussione l’attivazione diretta dei cittadini nella cura del quartiere, hanno contribuito a far nascere lo spazio sociale Officina del Cittadino (nel cuore di Pietralata vecchia, a via del Peperino 19) ed hanno potato al coinvolgimento di comitati ed associazioni che hanno aperto un dibattito di rete sul futuro urbanistico del quartiere alla vigilia di importanti trasformazioni (la nuova stazione Tiburtina ed il nuovo piano urbanistico).
Nel Municipio IX, il Progetto spazio Prossimo ha lavorato nelle scuole elementari, medie e superiori, costruendo una mappa dei luoghi giudicati sicuri ed insicuri dagli alunni. Insieme ai ragazzi si è poi scelto un luogo particolare (Piazza Re di Roma) da riprogettare, grazie al contributo degli allievi del liceo artistico De Chirico, in base alle esigenze dei ragazzi di ogni fascia di età. Insieme alla riprogettazione della piazza, si è costruito un dizionario dei comportamenti e delle relazioni non violente per il rispetto dei luoghi e si è analizzata la sicurezza in relazione all’attraversabilità dei luoghi. Si sono quindi costruiti dei percorsi pedonali protetti che sono in fase di realizzazione da parte dei bambini stessi. In relazione a queste attività, sono stati coinvolti anche gli adulti, con la pulizia di alcune aree particolarmente degradate del quartiere.
Sono questi due esempi, molto localizzati, di come la sicurezza possa essere intesa come qualità del vivere e qualità dei luoghi del convivere, ottenibile mediante la costruzione di relazioni umane positive e la partecipazione alla strutturazione di un ambiente più vicino alle esigenze delle persone.
Per saperne di più:
www.mediazionesocialecomunita.blogspot.com
www.reteperlapartecipazione.blogspot.com
Allegato
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