Il “Papa urbanista” ha parlato a 65 Sindaci in Vaticano
Si è tenuto il 22 luglio presso l’Accademia Pontificia di Scienze Sociali un simposio cui hanno partecipato circa 65 sindaci da tutto il mondo. Papa Francesco ha invitato in Vaticano, oltre al sindaco di Roma e di altre città italiane, anche i primi cittadini di città americane come New York, Seattle, San Francisco, New Orleans, ma anche grandi capitali europee (Parigi, Stoccolma, Madrid, ecc.). Forte la presenza anche di rappresentanti dal Sudamerica, Latin America e Africa.
Il tema delle due giornate di lavori è stato il cambiamento climatico e l’impegno che le città e le loro amministrazioni locali devono assumersi per rispondere alle sfide che le conseguenze di uno sviluppo globale incontrollato hanno sui grandi agglomerati urbani.
L’incontro segue di pochi mesi la pubblicazione di Laudato si’, che si avvia a essere il documento sulla sostenibilità e il cambiamento climatico più letto degli ultimi anni. La “lettera sulla Casa Comune”, che il Papa definisce non come un’enciclica verde ma come un’enciclica sociale, tocca diversi temi ma pone particolare attenzione alle problematiche legate ai cambiamenti climatici e allo sviluppo sostenibile.
Secondo rumors non confermati, dietro l’opera papale ci sarebbe Jeffrey Sachs, uno degli economisti più famosi e contestati della scena internazionale, considerato da molti il guru dello sviluppo sostenibile. Nell’enciclica il Papa si rivolge direttamente agli urbanisti sottolineando come: ‘Data l’interrelazione tra gli spazi urbani e il comportamento umano, coloro che progettano edifici, quartieri, spazi pubblici e città, hanno bisogno del contributo di diverse discipline che permettano di comprendere i processi, il simbolismo e i comportamenti delle persone. Non basta la ricerca della bellezza nel progetto, perché ha ancora più valore servire un altro tipo di bellezza: la qualità della vita delle persone, la loro armonia con l’ambiente, l’incontro e l’aiuto reciproco. Anche per questo è tanto importante che il punto di vista degli abitanti del luogo contribuisca sempre all’analisi della pianificazione urbanistica.’
Papa Bergoglio si sofferma in particolare su alcuni elementi delle città contemporanee, in particolare gli spazi pubblici. ‘È necessario curare gli spazi pubblici, i quadri prospettici e i punti di riferimento urbani che accrescono il nostro senso di appartenenza, la nostra sensazione di radicamento, il nostro “sentirci a casa” all’interno della città che ci contiene e ci unisce. È importante che le diverse parti di una città siano ben integrate e che gli abitanti possano avere una visione d’insieme invece di rinchiudersi in un quartiere, rinunciando a vivere la città intera come uno spazio proprio condiviso con gli altri. Ogni intervento nel paesaggio urbano o rurale dovrebbe considerare come i diversi elementi del luogo formino un tutto che è percepito dagli abitanti come un quadro coerente con la sua ricchezza di significati. In tal modo gli altri cessano di essere estranei e li si può percepire come parte di un “noi” che costruiamo insieme. Per questa stessa ragione, sia nell’ambiente urbano sia in quello rurale, è opportuno preservare alcuni spazi nei quali si evitino interventi umani che li modifichino continuamente.’
Dopo una giornata di lavori, i sindaci convenuti a Roma hanno firmato assieme al Papa una dichiarazione5 con cui s’impegnano a contribuire al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) che saranno adottati dalla 70° Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre (25-27). Questo importante appuntamento, che porterà alla definizione della Nuova Agenda per lo Sviluppo Sostenibile, sarà preceduto da un Summit Speciale inaugurato dal Santo Padre.
Ieri Bill De Blasio, sindaco di New York, ha sottolineato: “Siamo stati chiamati qui per prendere Laudato si’ e renderlo realtà. Anche se i nostri governi locali stanno esitando, Sua Santità ci chiede di agire ora”.
Il Papa, quindi, si dimostra attivo sul tema dello sviluppo sostenibile e chiama al proprio fianco non i Governi Nazionali ma i sindaci, convinto che le città abbiano le capacità e la responsabilità di affrontare le conseguenze dello sfruttamento del pianeta, e che scelte importanti non possono più essere rimandate.
Il governatore della California, Jerry Brown, ha messo in chiaro la sua idea sugli scettici del riscaldamento globale, che ha definito “trogloditi ben finanziati”. Il Governatore dello stato americano ha aggiunto che “il cambiamento globale prodotto dall’uomo è una realtà scientifica, e il suo controllo efficace è un imperativo morale per l’umanità”.
Infatti, gli SDGs, e in particolare l’obiettivo 11 (Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili), dovranno essere implementati dai governi a tutti i livelli, ma alcuni di essi saranno diretta responsabilità delle città e delle amministrazioni locali.
L’Obiettivo 11.7, nello specifico, richiede agli Stati di assicurare entro il 2030 accesso universale a spazi pubblici e verdi sicuri, inclusivi e accessibili, in particolare per donne e bambini, anziani e disabili.
Durante la seconda giornata è stata presentata l’iniziativa Urban SDG Alliance, il cui scopo è creare una rete di città impegnate nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che sarà lanciata il 24 settembre a New York a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Alice Siragusa