Fateli giocare!
di Emanuele Piccardo, critico di architettura
La pandemia ha cambiato radicalmente le nostre abitudini, in particolare nell’uso dello spazio pubblico, soprattutto per i più piccoli, i bambini, completamente dimenticati dalle azioni del governo centrale. Questo è avvenuto sia nelle metropoli sia nei borghi. E’ passato un anno ma le amministrazioni locali, i Comuni, non hanno avuto la capacità di progettare nuovi spazi per il tempo libero dei nostri figli. Eppure nel lessico siamo imbevuti di smart, green, sostenibile, ma i bambini non hanno spazio nell’agenda politica italiana. A volte sembra che la lezione di Maria Montessori di progettare una educazione a misura di bambino sia stata dimenticata, al pari delle pratiche messe in atto nel rione Traiano a Napoli da Riccardo Dalisi negli anni settanta. Dalisi aveva lavorato con i bambini di uno dei rioni più poveri per stimolarne la creatività e non lasciarli abbandonati alla cultura della strada e del crimine. “Il bambino, tenuto sempre in un suo spazio ben distinto da quello dell’adulto- afferma Dalisi- in una sorta di pre-realtà (l’adulto che dovrà essere), è invece un essere ben presente capace di dare un contributo importante anche alla dinamica urbana e alla sua estetica. Il senso del fiabesco che emerge dalle sue produzioni quando viene stimolato creativamente è un sentimento che ogni strada, ogni piazza e ogni parco delle nostre città dovrebbero avere per avvicinarsi ad un’estetica a misura d’uomo”[1]. Se al nord, a Milano, si pensa all’urbanistica tattica come risolutiva degli annosi problemi degli spazi pubblici, al sud si opera con progetti meno effimeri e più concreti.
E’ il caso del quartiere Kalsa di Palermo, dove nell’ex convento di Santa Teresa delle Carmelitane Scalze di proprietà comunale, si è insediata nel 2020, Booq. Una bibliofficina interculturale nata dall’impegno dei cittadini e delle associazioni che lo hanno restituito alla città.
I bambini sono i protagonisti dello spazio e delle iniziative attraverso laboratori di autocostruzione come gli esercizi primari urbani di cui si è svolto il primo episodio recentemente, con la progettazione del booq bike ground blossom che “èun esercizio urbano per (re)incantare la città, è un gioco libero per formare nuove specie di spazi”, di cui le città hanno vitale bisogno.
Credits:
booq bike ground _ blossom*
Laboratorio di autocostruzione e pittura
con la classe 4 D dell’I.C. Rita Borsellino di piazza Magione – Palermo
un progetto di: booq e Zero – attrezzi condivisi
location: giardino storico dell’antico convento delle Carmelitane Scalze detto “Istituto delle Artigianelle” – piazza Kalsa, Palermo
architetto: Flora La Sita
tutor: Micol Sarà – Pietro Misilmeri
con il supporto di Michele e Marta Scarpinato
child-size-game
gioco a grandezza bambino
[1] Luca Guido, Periferia: Tam Tam Scampia. Intervista a Riccardo Dalisi https://www.archphoto.it/archives/3651