Consolazioni e riflessioni: il World Urban Forum del 2024 (4-9 novembre)

Tra gli appuntamenti internazionali ricorrenti che ci interessano più da vicino, il World Urban Forum (WUF) è forse il più importante, sia per il numero dei partecipanti che per la varietà di temi affrontati.  Tra qualche giorno si aprirà il dodicesimo della serie, che come gli ultimi che l’hanno preceduto si occuperà anche di spazio pubblico. Inoltre, la BiSP fa parte del “Global Public Space Network” istituito dal programma ONU che organizza il WUF, UN-Habitat.

Il WUF ha ottenuto nel corso degli anni un ottimo e crescente successo anche perché è retto da alcune regole cautelative. La prima è quella di evitare controversie di alcun tipo. Proprio perché al WUF partecipano delegazioni governative di oltre cento stati assieme a miriadi di associazioni, organizzazioni non governative e professionali, società private, esperti e appassionati di cose urbane, al WUF non si discutono risoluzioni o conclusioni. Ciò dovrebbe, in teoria, favorire un franco scambio di idee sui molti problemi che affliggono le città, dal cambiamento climatico alle crescenti diseguaglianze, dall’ accesso sempre più difficile ad alloggi e servizi adeguati alla sfida degli imponenti processi di urbanizzazione nei cosiddetti paesi in via di sviluppo.

Ma poiché le risposte a questi temi sono difficili e chiamerebbero inevitabilmente in causa le responsabilità di chi è chiamato a governare i processi urbani, siano essi attori pubblici o privati, al WUF si preferisce percorrere il terreno più sicuro dell’esibizione di progetti, programmi, iniziative presentate ed illustrate dai loro stessi protagonisti con la prospettiva di raccogliere consensi ed adesioni.

L’effetto complessivo è confortante. Il WUF mostra quanto può essere fatto da persone di buona volontà operanti, non importa se con effetti temporanei o virtuali, in contesti insidiosi e difficili, nonché vari approcci al miglioramento delle condizioni urbane annunciati da governi locali, regionali e nazionali finalmente impegnati in politiche vigorose per assicurare migliori condizioni di vita ai cittadini. E tutti tornano a casa confortati, in primo luogo per aver potuto mettersi in mostra ed ampliare la propria credibilità in un importante incontro internazionale, a partire dal governo del paese ospitante – in questo caso il governo egiziano, che esibisce nel programma di questo WUF un numero impressionante di concittadini esperti in politiche, programmi e progetti urbani.

Un aspetto da non trascurare è che un grande appuntamento quale il WUF, come quasi tutti i programmi delle agenzie ONU e non solo, dipende dalla benevolenza e dall’appoggio finanziario dei governi. Ciò è forse inevitabile, ma al contempo, come accennato prima, comporta serie limitazioni.

La nostra Biennale dello Spazio Pubblico, paradossalmente, non soffre di questo problema, nel senso di non poter contare, almeno finora, su appoggi finanziari esterni sicuri e consistenti. Ma se di “crisi” si volesse parlare, sarebbe d’altro canto utile richiamare l’approccio della tradizione cinese alla questione, che accoppia in un unico concetto “crisi, pericolo” e “cambiamento, punto di ripartenza”.

 Quindi, problemi che sono in grado di ispirare soluzioni. Nel frattempo possiamo cogliere la preziosa opportunità di occuparci di tutto ciò che avviene nel nostro campo d’azione, lo spazio pubblico, con piena indipendenza di analisi e di giudizio.

Non è poca cosa.

P.Garau, ottobre 2024

Il link al WUF 2024: https://wuf.unhabitat.org