APRITI SCUOLA!
Il comitato “Priorità alla scuola” ha organizzato giovedì 25 giugno la mobilitazione nazionale per la riapertura delle scuole in presenza e a tempo pieno a cui hanno aderito già 48 organizzazioni legate al mondo dell’educazione e dell’istruzione in 60 città italiane. A Roma la manifestazione è stata in piazza San Silvestro alle ore 18 e qui riportiamo le riflessioni di Francesca Morpurgo, portavoce del gruppo “Apriti scuola!”, che parteciperà alla mobilitazione.
La scuola si apre al territorio, ma è un’apertura vera?
Apriti scuola è una rete di Associazioni e Comitati genitori, è fatta quindi di realtà che a scuola e nel territorio operano tutti i giorni, spesso in maniera pionieristica e superando notevoli ostacoli. Il 24 giugno, alla vigilia di un’importante manifestazione che si svolgerà contemporaneamente in 60 città italiane, è uscita una bozza delle linee guida del MIUR per la riapertura a settembre. In essa si sottolinea l’importanza dei patti di comunità e del ruolo del terzo settore all’interno della scuola. Finalmente si è raggiunto il risultato per cui le associazioni e i comitati genitori hanno tanto combattuto? Una scuola come spazio pubblico, aperta alla comunità educante?
In realtà non è detto, bisogna vedere come queste intenzioni verranno effettivamente declinate nella concretezza dei fatti. Uno degli obiettivi di Apriti Scuola è ottenere una scuola aperta, dove aperta significa che associazioni e terzo settore si affiancano al servizio pubblico in un modello di sussidiarietà in cui dove finisce uno inizia l’altro. In cui le migliori realtà della società civile e della comunità educante hanno finalmente un ruolo dove esprimere le loro energie migliori. Questo però non vuol dire sostituirsi al servizio pubblico, ai docenti, alla didattica. Devono essere ben chiari i confini e i rispettivi limiti. Restiamo dunque vigili e chiediamo, anche con la manifestazione di domani, che sia al più presto e al di là di ogni dubbio chiarito il ruolo del terzo settore nella scuola che si sta immaginando. Chiediamo soprattutto che il ripensamento della scuola assuma un carattere strutturale e non emergenziale. Che venga in altre parole messo in atto un reale ripensamento della scuola in quanto inserita in un contesto educativo e territoriale più ampio, senza che questo contesto divenga una mera stampella da essere accantonata una volta che la scuola sia di nuovo in grado di camminare sulle sue gambe. Noi, in quanto associazioni e comitati da lungo tempo operanti nella scuola, ci siamo, e siamo a disposizione per costruire e pensare insieme un percorso comune.