Arenile: così pubblico, così privato

  • Vittoria Crisostomi

  • Una volta esaurita la fase di competenza esclusiva dello Stato sull’amministrazione degli arenili e delle coste italiane ad uso turistico ricreativo, rimangono almeno tre questioni
    irrisolte.
    La prima riguarda l’esigenza di riordinare e fissare bene lo spartiacque tra i riferimenti del codice della navigazione per l’uso del bene demaniale e le regole del
    disegno del territorio e del controllo urbanistico. La seconda riguarda l’urgenza di fissare le regole della progettazione e dell’organizzazione di questi specialissimi spazi aperti,
    superando le catalogazioni in facile e difficile rimozione che, anche a seguito di norme di tutela del paesaggio, hanno dato luogo a volumi smontabili ma stabilmente presenti sulle aree con un evidente effetto di incompiutezza e provvisorietà. La terza, di tipo generale e con prospettiva di ampi sviluppi, riguarda l’articolazione di un sistema di regole di convivenza tra un bene pubblico da tutelare come le spiagge con una fiorente imprenditoria del turismo sicuramente poco versata al rispetto dell’ambiente.
    Insomma in assenza di guida questo spazio pubblico rischia di venire parcellizzato, privatizzato, privato delle peculiarità dell’orizzonte paesistico.
    Il tentativo di guida individuato nei Piani di Utilizzo degli Arenili (PUA), svolto dalle Regioni con sfumature diverse, in situazioni complesse ed articolate come quella di Roma, ha
    mostrato i suoi limiti e necessita di un robusto affiancamento della strumentazione urbanistica, mantenendo ben separati i campi di operatività ed efficacia. Infatti i contenuti specifici di un piano particolareggiato di questo genere dovrebbero riguardare l’integrazione della partizione delle concessioni in un organico disegno di paesaggio costiero, il superamento della divisione in facile e difficile rimozione individuando nuovi parametri che possano corrispondere a reali titoli edilizi, l’individuazione delle regole per le limitatissime ma significative edificazioni, la definizione di norme di dettaglio, per ambito, degli strumenti di tutela paesistica, le regole per alcune funzioni chiave del paesaggio
    marino quali i varchi di accesso e gli impianti sportivi in forma consortile, l’organizzazione dei servizi orientati versi la destagionalizzazione degli impianti.

    Allegato

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