Centro territoriale a Scampia – Mammut
Il Centro territoriale a Scampia – Mammut è un progetto nazionale di ricerca-azione nato nel 2007 da domande e pratiche di educatori e insegnanti sulla possibilità di costruire una scuola nuova per bambini, adolescenti e adulti. Il recupero di spazi pubblici abbandonati è il tema trasversale a tutti i percorsi del Mammut che si rifanno alla pedagogia attiva di autori come Freinet, Dewey, Rogers, Don Milani; alle pratiche della partecipazione urbana sul modello di Colin Ward, Michelucci, Danilo Dolci; e alla ricerca sociale di Kurt Lewin.
Spazio pubblico
Se da una parte la città è il luogo della possibilità (in quanto luogo del rischio, dell’avventura, della diversità…), nel metodo Mammut gli spazi della città diventano anche luogo da cui partono e dove finiscono i percorsi educativi. In ciascuna delle sperimentazioni messe in campo, abbiamo infatti verificato quanto spostare il focus su un luogo di tutti, preciso e delimitato, costruisca un elemento potente per attivare idee, interesse, disposizione al confronto. L’educazione all’alterità, alla cittadinanza attiva, all’educazione ambientale diventano perciò momenti trasversali del percorso educativo. Il rinforzo derivante dalla modificazione dello spazio, i bisogni di auto-realizzazione e la ridefinizione del proprio status sociale si sono dimostrati elementi motivanti molto forti. Capaci di far sentire i soggetti coinvolti parte attiva, non solo del processo educativo ma del più generale contesto sociale.
È per questo che ognuno dei contesti costruiti dal Centro territoriale ha tra i suoi obiettivi la modificazione (in termini di riqualificazione e soprattutto di liberazione) di uno spazio pubblico:
Mito del Mammut
Officine dei Piccoli
Scuola di lingua italiana per migranti
Centro Ragazzi
Barrito del Mammut
Molte sono state le pratiche da cui abbiamo potuto attingere idee e modelli di intervento.
Da quelle del territorio di Scampia, come il carnevale del Gridas e i murales di Felice Pignataro, il circolo La Gru di Legambiente a quelle nazionali come la parata Par tot di Bologna o la Città Bambina della Toscana.
In ognuno di questi percorsi si è dimostrato fondamentale coinvolgere le istituzioni (richiamandole alle proprie responsabilità) e lavorare per il passaggio dall’eccezionalità dell’evento alla continuità dell’intervento.